Sono trascorsi esattamente 72 anni da quando, il 1° febbraio 1945, in Italia venivano ammesse al voto le donne.
Una conquista di democrazia che ha rappresentato il primo passo concreto per la parità, il riconoscimento politico attivo delle donne e del loro operato.
La strada è stata in salita sempre, anche in questi 71 anni, segnando diverse tappe importanti tra le quali mi piace pensare al Diritto di Famiglia del 19 maggio 1975 (Legge n. 151) con cui, nel matrimonio, le donne acquisiscono dignità e smettono di perdere tutto, annullarsi in nome di un marito (ma è cambiato realmente per tutte?).
Per esempio, solo il 5 agosto 1981 (Legge n. 442) è stato cancellato il delitto d’onore e, dopo tre anni di discussioni a seguito di un richiamo europeo, si è arrivati negli ultimi mesi ad ottenere dignità per il cognome materno.
Abbiamo dovuto aspettare fino al 15 febbraio 1996 (Legge n. 66) per ottenere che la violenza sessuale fosse riconosciuta quale reato contro la persone e non contro la morale.
Ovviamente tantissima strada è ancora da fare, soprattutto a livello culturale e, per questo basta guardarsi intorno, non servono studi sociologici ed interventi di esperti per capire che il cammino è lungo.
Empiricamente, con un video pubblicato qualche anno fa su YouTube, di DMTV Italia – Esperimento Sociale, è stata mostrata l’indifferenza di donne ed uomini, giovani ed anziani, difronte ad atti di violenza nei confronti delle donne.
In parlamento le donne vengono insultate gratuitamente dai parlamentari uomini e, ancora, questi uomini non sono in grado di porre limiti alla loro ignoranza e pochezza continuando ad usare appellativi stereotipati ed offensivi verso le donne.
Non posso non pensare, oggi in questa ricorrenza, che le donne hanno bisogno ancora di essere riconosciute per il loro valore.
Si sperimenta ogni giorno nella società e nei luoghi di lavoro in cui le donne vengono considerate soggetti di serie B, discriminate e derise.
L’aspetto più grave, nei luoghi di lavoro ma anche – purtroppo – nel confronto tra le nuove generazioni, è che troppo spesso i soggetti discriminati non riescono neanche a rendersi conto di esserlo…
Imperversa un maschilismo di ritorno tra le nuove generazioni che si affianca alla rassegnazione di troppe donne che accettano di essere umiliate ed offese perché questi atteggiamenti appartengono alla normalità!